Monthly Archives: July 2012

l’infinito mélo

… ed ecco l’alba, come un piccolo scatto pieno di progresso, ecco che il sole rimette ordine e l’oceano ritorna nella sua arteria di terra. in quella luce che non sembra essere nata per gli uomini lei si alza, come nel compimento di un dovere – come dopo la tremenda macchinazione di un’estasi. con una voce acquatica [...]

hermes

e rami e alberi di navi e l’àncora. e tu in giardino dietro la statua. ghiannis ritsos

epopea del timo della palestina

profumavo colline e pianure nutrito del bagliore della luce e accompagnavo i passi degli erranti nella consacrazione della terra tutte queste cupole campanili e templi offerte per mille preghiere questa pioggia improvvisa per mescolare le mie fragranze alla resistenza delle pietre sempre in agguato dalle fessure aperte rocce che ricordano le mie cadute al crepuscolo [...]

vita felix

immaginavamo navi come le stimmate del mare – immaginavamo navi come steli di fiori marini e vette di mare in terra – immaginavamo il rumore dell’isola, il mare che batteva come una fontana alta e la terra era impregnata e dolce e senza dolore – e certamente questo immaginare era tornare al paradiso per la [...]

elogio della parola

questa parola non è stata pronunciata contro gli dei, questa parola e l’ombra di questa parola sono state pronunciate davanti al vuoto, da una moltitudine che non esiste. quando la morte avrà fine, la radice di questa parola e la foglia di questa parola arderanno in un bosco che un altro fuoco consuma. ciò che [...]

tutta la fioritura (l’immortale)

come sono sfacciate le rose come sono belle come sono una efferata moltitudine le rose ai confini del regno e sotto gli archi dei paradisi le semprevive rose – e diseguali al cuore disregnato perché il cuore beve i fondi minerali della pioggia e gli umori beve fino al bagliore della coppa – usura con [...]

fase

cammina cammina ho ritrovato il pozzo d’amore nell’occhio di mill’una notte ho riposato agli abbandonati giardini ella approdava come una colomba fra l’aria del meriggio ch’era uno svenimento le ho colto arance e gelsomini g.ungaretti